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domenica 11 agosto 2024

Parigi 2024 il Ministro è certo: "un nuovo patriarcato attacca le donne".


Le donne sono "colpite nell'identità" ed è "per il loro corpo che vengono private dei diritti e delle libertà fondamentali. Mettere in discussione il binarismo sessuale rischia di essere un potente avallo a tutto ciò". Ad affermarlo è il ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Eugenia Roccella con un lungo post sulla sua Pagina facebook, affronta la polemica sull'intersessualità nelle competizioni sportive. Nel giorno della chiusura delle Olimpiadi di Parigi, Roccella si prende la scena affermando che i giochi “hanno segnato un nuovo salto di qualità nell'attacco alle donne”.


Il riferimento della ministra per la Famiglia è sul caso che ha riguardato l'atleta afghana della squadra dei rifugiati, Manizha Talash, che è stata squalificata per avere mostrato la scritta "Free afghan women", ovvero "Liberate le donne afghane" e su quello (trattato in maniera diametralmente opposto) dell'atleta algerina Imane Khelif, laureatasi medaglia d'oro per la boxe femminile, al centro delle polemiche per la sua iperandroginità e per essere stata definita da molti un “uomo”, con cromosomi xy, a cui piace vincere facile. Per l'esponente del governo Meloni il rischio è che alle prossime Olimpiadi il Cio (Comitato Olimpico internazionale) possa abolire la distinzione tra gare maschili e gare femminili ed unificare le due competizioni in un unico genere "neutro", a danno, ovviamente,  delle donne. Ed è proprio sul corpo delle donne che in tante parti del mondo, come in Afghanistan, "si esercita l’oppressione più feroce: è per il loro corpo che le donne vengono private dei diritti e delle libertà fondamentali", scrive la ministra nel suo post.



Nonostante la chiusura delle Olimpiadi, la polemica è destinata a contiunare e a tenere banco per tutta la calura estiva. Iniziano, infatti, tra un paio di settimane, sempre a Parigi, i Giochi paraolimpici. Anche in questa competizione c'è il caso della prima atleta trans, questa volta con la divisa azzurra, che parteciperà nella competizione di atletica leggera paralimpica in classe T12 gruppo ipovedenti per le gare su pista, nella categoria femminile. E siamo certi che il dibattito sul genere degli atleti non si spegnerà. Anzi si riaprirà, più vivave che mai, proprio sull'atleta italiano.   


IL POST 


"Si avviano a conclusione le Olimpiadi che hanno segnato un nuovo salto di qualità nell’attacco alle donne. Nel cuore dell’occidente, un’atleta afghana della squadra dei rifugiati è stata squalificata per aver mostrato la scritta “Liberate le donne afghane” al termine della sua prova. E, a proposito delle polemiche che hanno accompagnato le competizioni di boxe femminile, il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach ha affermato che non ci sarebbe un sistema “scientificamente solido” per distinguere uomini e donne. Due facce della stessa medaglia, che non è certo una medaglia olimpica ma è quella di un nuovo patriarcato che attacca le donne colpendole nell’identità, cioè non riconoscendo la realtà del corpo sessuato. E’ invece proprio sul corpo delle donne che in tante parti del mondo, come in Afghanistan, si esercita l’oppressione più feroce, è per il loro corpo  che le donne  vengono private dei diritti e delle libertà fondamentali. Mettere in discussione il binarismo sessuale rischia di essere un potente avallo a tutto ciò. Supponiamo che a questo punto, per coerenza, dalle prossime Olimpiadi il CIO scioglierà la squadra dei rifugiati, che dopo la squalifica dell’atleta afghana rischia di diventare un esercizio di ipocrisia, e soprattutto abolirà la distinzione tra gare maschili e gare femminili, unificando le competizioni in un unico genere “neutro”. Perché se si nega la possibilità di distinguere “scientificamente” i maschi dalle femmine, è evidente che le categorie maschili e femminili, e con esse le gare sportive per le donne, perdono totalmente di senso".


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