La buona notizia di Ferragosto. Lo "sfortunato" social media manager autore della grottesca gaffe sui "250 anni di Napoli" ha perso l'incarico ma non il lavoro: è stato trasferito in Archivio, dove si immagina non potrà fare altri danni. Risultato rafforzato anche dalla scelta di mantenere vacante la postazione dello scandalo.
La racconta il Ministro in un’intervista al Foglio: «Ma quale licenziato? - rassicura Genny Sangiuliano - Capita a tutti di sbagliare, no? E poi stiamo parlando di un padre con due figli. E comunque si sta già occupando di altro, ora è agli archivi».
[...] Insomma, c’era tanto a giustificare il passo indietro di Bertocchi, utile a togliere dall’imbarazzo Sangiuliano che sottolinea ancora: «Non è stato lasciato in mezzo a una strada ma si è dimesso da quel ruolo e continua a lavorare nel palazzo del Collegio romano. Tutti possono errare e al ministero le cose da fare non mancano: io non sono tipo che manda per strada i padri di famiglia».
"La reazione del ministro Sangiuliano, che scarica tutte le responsabilità sul social media manager, mette in dubbio il valore dei professionisti che operano nel settore dei social media, evidenziando un fraintendimento riguardo il ruolo strategico di questi lavoratori. I social media manager sono professionisti altamente qualificati, capaci di gestire la comunicazione e l'immagine pubblica di eventi di grande rilevanza, e la loro professionalità è essenziale per il successo di iniziative pubbliche".
L'Associazione Nazionale Social Media Manager, presieduta da Riccardo Perrone, ha diffuso una nota tramite l'agenzia di stampa Lapresse per contestare il trattamento riservato al social media manager del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Pietra dello scandalo la clamorosa gaffe su Instagram con un post che attribuiva a Napoli “2 secoli e mezzo” di storia anziché 2500 anni. "Un tempo la colpa era dello stagista, ora del social media manager - ironizza Perrone - ma dietro la pubblicazione di un post c’è un lavoro di concerto. Perché rendere pubblico che si è dimesso, esponendolo alla gogna mediatica?".
Immediato il rilancio di Dagospia che, da par suo, ci ha messo il carico sull'incazzatura del ministro e la imminente soluzione rapida della crisi, con il solito capro(ne) espiatorio.
Una gaffe particolarmente imbarazzante per il Ministro: perché ovviamente le celebrazioni di un anniversario così importante della sua città gli stanno particolarmente a cuore. E ridurne le origini alla seconda metà del Settecento taglia tra le innumerevoli cose anche il più antico teatro lirico d'Europa, il San Carlo (1737), che è stato oggetto di tante sue attenzioni.
Ma chi è il social media manager del ministro? A farsi un giro sul sito web del MiC dal motore di ricerca interno esce un solo riferimento al SMM, un interpello del 2019. Una pagina della sezione Trasparenza riporta l'esito di una gara, con l'affidamento del servizio all'Ales, una società in house del ministero che ha infinite competenze: dai musei alle biblioteche e agli archivi, dalle scuderie del Quirinale alle aree archeologiche. Comprese le biglietterie, un'importante fonte di liquidità . Il presidente e amministratore delegato è Fabio Tagliaferri, con un compenso annuo di 146mila euro. Nominato il 1° febbraio 2024, si è dimesso da assessore del comune di Frosinone (in quota Fratelli d'Italia), ma prosegue nella sua attività commerciale di concessionario automobilistico.
Ma il tweet del Ministro parla di dimissioni non di risoluzione del contratto. E quindi si deve trattare di una persona fisica che MowMag, ben argomentando, individua in Michele Bertocchi, un autore Rai che su Linkedin si presenta così:
E in effetti Sangiuliano è entrato al ministero a fine ottobre 2022. E si sarebbe quindi scelto uno che aveva esperienza di gestione delle pagine social di programmi Rai e che aveva cominciato la sua carriera tv come ballerino ad Amici, a quanto sostiene MowMag...
A ogni modo la scelta di scaricare sullo sprovveduto collaboratore la responsabilità della clamorosa gaffe pretendendone le immediate dimissioni gli ha scatenato contro un'autentica tempesta di merda social. In effetti, se un dipendente perde il lavoro per questa ragione - si chiedono in molti - cosa dovrebbe fare un prestigioso intellettuale e politico che non legge i libri che deve giudicare in un prestigioso premio, confonde Londra e New York, attribuisce a Galileo una straordinaria capacità di retroazione su Colombo e la scoperta dell'America, avvenuta più di un secolo prima delle sue scoperte scientifiche? La prima pagina di X dopo il suo tweet offre una gamma di commenti. Articolati ma univoci: Dimettiti
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