Siamo sempre più convinti che la bagarre di questi giorni sulla cittadinanza agli stranieri, innescata nel centrodestra dalle aperture di Antonio Tajani, lascerà presto spazio a questioni e diatribe molto più impellenti e concrete con la ripartenza dei lavori autunnali.
Tra queste, ad animare i tre partiti del governo Meloni, ci sarà sicuramente la candidatura a presidente per le elezioni regionali in Veneto nel 2025. A chi spetterà l'investitura?
La questione è molto ingarbugliata. La Lega, da buon padrone di casa, rivendica il suo ruolo e quindi l'esclusiva della candidatura, Forza Italia, giocando in anticipo, ha proposto (l'eterno candidato) l'ex leghista, diventato azzurro, Flavio Tosi e Fratelli d'Italia, forte dei numeri che l'hanno fatta diventare il primo partito nella regione, pretenderebbe la poltrona, anche per rimpinguare la pattuglia (in realtà ancora molto minimal) dei propri presidenti di regione.
Su chi ricadrà alla fine la candidatura? E soprattutto: riusciranno a rimanere uniti o si spaccheranno, come spesso accade sui territori? E ciò influenzerà il governo centrale?
Sarà sicuramente un fronte caldo il Veneto e un probabile terreno di scontro per le forze di governo che - come da tradizione - porterà a sciogliere le riserve sui nomi nelle ultime ore che precederanno la chiusura delle liste.
Ma torniamo a oggi, quando siamo già al 'tutti contro tutti' con il solito Tajani che apre la cagnara mettendo sul tavolo il nome dell'ex sindaco di Verona, oggi deputato di FI, Flavio Tosi ed aprendo, così, un nuovo fronte di scontro con la Lega, che ormai nessuno cerca più di nascondere.
A tentare di raffreddare gli animi degli alleati/rivali ci pensa ancora una volta il partito della Premier Giorgia Meloni che frena i bollenti spiriti facendo notare che siamo in una fase talmente prematura che è inutile parlane ora, tanto meno lanciare dei nomi alla stampa.
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per immaginare che l’autunno che si prefigura all’orizzonte sarà politicamente molto caldo. L’auspicio è che – al di là delle diatribe e dei colpi di scena che animano il dibattito pubblico – la politica ritrovi veri obiettivi e passioni.
canton
Speranzon (Fdi), 'Tosi? Non è il momento di fare nomi ma la presidenza spetta a noi.
Roma, 26 ago. (Adnkronos) - "Siamo d'accordo con Tajani sul fatto che la decisione su chi sarà il candidato governatore del Veneto dovrà essere presa al tavolo del Centrodestra. I veneti premieranno certamente tutte le forze politiche alternative alla sinistra se sapranno trovare una sintesi condivisa". Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di Fratelli d'Italia al Senato e veneto doc, interpellato da Affaritaliani.it, commenta le parole di Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, che ha proposto per le prossime elezioni regionali in Veneto nel 2025 il nome di Flavio Tosi, oggi deputato azzurro. "Noi non crediamo sia questo il momento di fare nomi, tanto meno attraverso gli organi di informazione. Di certo - prosegue il parlamentare di Fdi - c'è l'enorme consenso dato dai veneti alle Politiche ed in misura ancora maggiore alle Europee a Fratelli d'Italia. Più di un veneto su tre ha messo la croce sul nostro simbolo che rappresenta una comunità politica con molte personalità che hanno esperienza e capacità per vincere ben governare la regione. È anche grazie alla nostra classe dirigente nei territori se il Veneto è la regione italiana in cui Fdi ha raggiunto il 37,6%, la percentuale più alta in Italia". "Siamo la forza politica più forte del Veneto e, a tempo debito, al tavolo del Centrodestra e non attraverso i media, faremo certamente da collante con Lega e Forza Italia ascoltando le loro proposte e proponendo le nostre, che riteniamo abbiano tutte le carte in regola per essere considerate le migliori per i veneti", conclude Speranzon.
Chi è Flavio Tosi
Sindaco di Verona dal 2007 al 2017, Tosi dal 2023 è coordinatore regionale veneto di Forza Italia dopo essere stato uno dei massimi esponenti della Lega, in Veneto e a livello nazionale. In questi due anni trascorsi da coordinatore, Flavio Tosi ha dato prova di grande capacità nell’animare/agitare le acque della politica veneta. Grazie anche alla conoscenza della Lega e dei leghisti veneti ha avviato una campagna acquisti attingendo in acque leghiste della (fu) Liga Veneta, attraversate da brividi di malessere e dissenso tra partito nazionale e politica locale. Nel 2011 è il sindaco più amato d’Italia insieme a Renzi e nel 2012, dopo essere stato rieletto sindaco di Verona, è eletto segretario della Liga Veneta, mentre nel 2013 annuncia la candidatura a segretario federale in alternativa a Salvini, ma Maroni mette d’accordo i due, mentre uno è eletto segretario l’altro dovrebbe diventare il leader in pectore della coalizione di centro-destra, l’anti-Renzi. Nello stesso anno lancia la sua fondazione “Ricostruiamo l’Italia”, presente in tutta Italia con una rete di 54 comitati provinciali (i Fari) ed è organizzato come un movimento politico. Nel 2014 è eletto alle elezioni europee dove raccoglie nella circoscrizione veneta quasi centomila voti (solo ottomila meno di Salvini); tuttavia, essendo candidatura di servizio si dimette e resta a fare il sindaco di Verona, ma nel 2015 è espulso dalla Lega, gli si contesta incompatibilità dell’iscrizione alla Lega con l’adesione alla sua Fondazione. In realtà l’incompatibilità era la sua con Salvini e con Zaia, i due astri crescenti. Nel 2022 è eletto alla Camera dei deputati con FI, ma a luglio rinuncia al seggio optando per quello conquistato quest’anno al parlamento europeo.
Chi è Luca De Carlo
«Senatore di Fratelli d’Italia per amor di Patria, agricoltore per passione e comunicativo per carattere»: Luca De Carlo, alla guida Fratelli d’Italia in Veneto dal 2020 su diretto mandato di Giorgia Meloni, si presenta così su X (ex Twitter).
Classe 1972, proprietario di un'azienda agricola, sindaco di Calalzo di Cadore, paese del bellunese, per tre mandati, parlamentare dal 2018, fedelissimo della premier, presidente della commissione Industria, Turismo e Agricoltura (o sovranità alimentare, che fa riferimento all’amico ministro Francesco Lollobrigida), tifoso interista e appassionato di rugby, è l’unico parlamentare bellunese di questa legislatura. È stato fra i principali sostenitori del treno espresso fra Roma e Calalzo, che collega la Capitale a Cortina. A sua firma anche provvedimenti per la tutela delle aree di confine, la silvicoltura e l’allevamento di montagna, contro l’uso di farine di insetti e contro la carne «sintetica».In Veneto ha un ruolo politico di primo piano e, proprio per la fiducia che il partito e Giorgia Meloni gli hanno sempre riservato, è considerato uno dei possibili e papabili candidati alla carica di presidente della Regione Veneto per il dopo Zaia. «Io al posto di Zaia? Non credo – risponde a chi gli chiede della candidatura -. Ma se me lo chiede Meloni è un’altra questione. Se la patria chiama io rispondo “presente”».
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