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domenica 25 agosto 2024

Elezioni USA: Attenti a dare per vincente Kamala. "I media sono orientati".


«I giornalisti delle più grandi testate Usa parteggiano per Kamala Harris e sottovalutano l'America più profonda, che nel 2016 portò Donald Trump al Trionfo». Parole e pensiero dell'americanista e presidente onorario dell’Associazione Italia-USA, Mauro Della Porta Raffo, considerato uno dei maggiori conoscitori della storia politico istituzionale degli Stati Uniti d’America e del loro sistema elettorale. Temi ai quali ha dedicato numerosi saggi e approfondimenti.


L'esperto di elezioni Americane, definito da Giuliano Ferrara il “Gran Pignolo” (ha curato per Il Foglio dal 1996 fino al 2009 la famosissima ed impietosa rubrica ‘Pignolerie’), mette in guardia da semplificazioni e letture affrettate della campagna elettorale per la Casa Bianca: «I sondaggi fotografano soltanto il momento attuale, - dice - ogni previsione è un autentico azzardo». E poi: «Chi dà vincente Kamala sta facendo propaganeda». In America «i Dem controllano i media».


Mauro Della Porta Raffo, in una recente intervista al Corriere del Ticino, fa un'analisi sul crescente entusiamo dei media americani nei confronti della vice di Biden che, se pur sostenuto da sondaggi favorevoli, potrebbero essere totalmente ingiustificati: «Il passato consiglia di osservare i fatti con prudenza - premette Della Porta Raffo al CdT - prendiamo, ad esempio, i sondaggi, oggi favorevoli a Kamala Harris. Questi sondaggi, se fatti bene e in buona fede, fotografano il momento. Al di là dell’errore statistico del 3,5%, comunque molto ampio, non sono in grado di prevedere il futuro. Il quale, peraltro, cambia rapidamente. Se qualcuno, il 26 giugno scorso, il giorno prima del dibattito televisivo tra Joe Biden e Donald Trump, avesse detto che nei due mesi successivi sarebbe successo quello che poi è effettivamente successo, tutti gli avrebbero dato del matto. Non sappiamo che cosa accadrà domani mattina, figuriamoci il 5 novembre prossimo».



L'americanista, poi, fa un parallelismo con la campagna elettorale del 1988, secono lui molto simile a questa, quando i sondaddisti davano per favorito il candidato Democratico per poi perdere, di brutto, contro Geroge Bush. «Nel 1988, in un’estate elettorale simile a quella che stiamo vivendo, l’allora governatore democratico del Massachussetts, Michael Dukakis, era dato dai sondaggi parecchio avanti nei confronti di George Bush padre, vicepresidente in carica. Alla fine, a novembre, fu sonoramente sconfitto. Non lasciamoci, quindi, trascinare dalle emozioni. È chiaro che i giornali e soprattutto le televisioni statunitensi hanno bisogno di dire che siamo di fronte a qualcosa di sensazionale, di unico e mai visto prima, ma non è così. L’elemento nuovo è un presidente costretto ad abbandonare la corsa con la nomination in tasca dopo aver stravinto primarie e caucus; tutto il resto è già successo». 


Poi c'è il fattore della "casalinga di Boise", dove Della Porta Raffo spiega al giornalista del CdT, Dario Campione, come gli Stati Uniti siano un Paese profondamente eterogeneo e con delle distanze abissali che rendono, per questo, difficile fare analisi e prevedere cosa realmente potrà accadere; soprattutto nella cosiddetta America profonda. «Purtroppo, io ho addirittura una visione quasi drammatica della situazione americana. Mi chiedo sempre come una casalinga di Boise, la capitale dell’Idaho, possa andare d’accordo con un abitante di San Francisco o di New York. Sono mondi diversi. Abissalmente distanti. Come dimostra il fatto che i candidati fanno campagna elettorale soltanto nei cosiddetti Stati in bilico, gli Swing States. Nessun repubblicano si sognerebbe di spendere un dollaro in California, allo stesso modo nessun democratico farebbe lo stesso in Oklahoma». 


Capire l’America profonda è quindi difficile. In queste elezioni è forse ancora più difficile delle altre, soprattutto per l'informazione estera. «Gli osservatori, i giornalisti, anche alcuni corrispondenti, quando arrivano negli States si fermano generalmente sulla costa Est, a New York soprattutto. E quando si spostano, prediligono la California. Ma in mezzo - dice Della Porta Raffo - con l’eccezione forse di Chicago, perché in qualche modo a Chicago si va, ci sono i Fly Over States, gli Stati “sorvolati”. Un mondo sconosciuto. Il cui peso, però, è enorme. Quando Trump, nel 2016, disse a Hillary Clinton: “se io vado nella quinta strada e sparo a qualcuno, non perdo neanche un voto”, la sua affermazione sembrò estrema, e lo era. Ma era anche la verità. Per capire l’ America è inutile chiedere un’opinione a Woody Allen, che adoro e di fronte al quale mi tolgo 10 cappelli. Per capire l’America, come diceva Indro Montanelli, bisogna parlare con il lattaio dell’Ohio che, fra l’altro, è uno degli Stati che quasi sempre determina la vittoria finale alle presidenziali».


Insomma, il saggista e profondo conoscitore del mondo americano ci invita a non abbandonarci a facili previsioni, ancor più se spinte da un giornalismo schierato e da dati auspicati più che testati. Perchè «Chi dà già vincente Kamala sta facendo propaganeda». E i Democrati in America (?) controllano i media.


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