"Ho rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia. Alla ripresa dei lavori farò assieme alla mia famiglia politica le valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potrà che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale. La mia decisione è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia autonoma dalla volontà di accentramento decisionista del partito. Ho inoltre più volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo. Mi sono spinto ad aprire un dibattito, che però è caduto nel vuoto".
Lo dichiara in una nota Andrea de Bertoldi, deputato eletto nel collegio uninominale del Trentino- Alto Adige. "L'unica risposta - aggiunge - è arrivata dai probiviri, con un'indagine strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho già avuto modo di chiarire ampiamente. Oggi arrivo a leggere che ci sarebbe un provvedimento di espulsione. La mia libertà politica e professionale mi hanno consentito una scelta netta che non è più rinviabile. Su questa vicenda sono peraltro pronto ad agire in ogni sede opportuna a tutela della mia reputazione e della mia integrità personale e professionale".
Fin qui l'Ansa. In realtà de Bertoldi aveva anche chiuso l'accordo con Antonio Tajani, in campagna acquisti a tutto campo (da Azione a Cinque Stelle). Ma poi al leader di Forza Italia è venuto il dubbio che non è il caso di fare un così plateale sgarbo a Giorgia Meloni e così il deputato dissidente passa al gruppo misto.
La situazione, spiega il quotidiano locale Dolomiti, era tesa da tempo ma è precipitata con la nomina a presidente del partito in Trentino Alessandro Iurlaro, indicato dal coordinatore regionale Alessandro Urzì. De Bertoldi sosteneva, invece, apertamente la deputata e "collega" Alessia Ambrosi, esclusa dalla candidatura con un tempestivo provvedimento di sospensione di 15 giorni alla vigilia del congresso trentino.
Il deputato dissidente si era poi apertamente scontrato con Donzelli sull'inchiesta Fanpage che segnalava i grumi di fascisteria ben radicati in Gioventù nazionale:
"E' inaccettabile vantarsi di essere fascisti, nazisti, razzisti e antisemiti. Se non si è stati in grado di estirpare le mele marce autonomamente, bisogna ringraziare chi, anche con metodi non cristallini, permetterà di fare pulizia. E spero che non ci si tiri indietro nei riguardi di alcuno".
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