L'assessore leghista allo Sviluppo economico della regione Veneto, Roberto Marcato, alza toni e dice chiaramente che, se dovesse passare il reverendum abrogativo sull'autonomia differenziata, grazie anche al supporto (+ o - sottaciuto) di Fratelli d'Italia e Forza Italia, la Lega dovrà uscire subito dal goveno.
"Macché Ius Soli o Ius Scholae, ci vuole lo Ius Veneti". Leghista di "ferro" della prima ora ed esponente di peso nel Veneto, Marcato non usa mezzi termini e non disdegna l'attacco, soprattutto agli alleati, su temi come l'autonomia differenziata, ius soli e su eventuali tradimenti da parte delle compagini di governo (Forza Italia e Fratelli d'Italia).
"Se dovessimo scoprire che una parte degli alleati o gli alleati tradiscono e hanno lavorato per far fallire l'autonomia regionale la Lega non potrebbe più restare al governo". Ha detto ad Alberto Maggi di Affaritaliani.it, sull'ipotesi in cui dovesse vincere il sì al referendum contro l'autonomia delle regioni, magari con il contriduto del Sud e di qualche forza alleata. "Chi tradisce una volta - dice il leghista, riprendendo un vecchio detto missino - tradisce sempre. L'alleanza di governo si fonda anche su questo tema e soprattutto per il popolo veneto sarebbe impossibile restare al governo con dei traditori".
Poi lancia strali contro i forzisti che vorrebbero lo Ius Scholae. Alla domanda di Maggi su un'eventuale approvazione della legge in Parlamento, magari con i voti di Forza Italia e delle opposizioni è stato categorico ed ha risposto riesumando tutti i vecchi mantra del secessionismo bossiano: "Macché Ius Soli o Ius Scholae, ci vuole lo Ius Veneti". Nel caso, afferma, "una verifica di governo sarebbe certamente fatta". L'assessore ammette poi che "c'è un grande dibattito, legittimo, sulle persone non nate in Italia e sui loro diritti poi vedo che la regione Sardegna, autonoma, ha impugnato la Legge Calderoli e quindi si vuole negare un diritto al popolo veneto che ha contribuito nel corso della storia a rendere grande questo Paese. Di fronte a ciò, altro che Ius Soli e Ius Scholae, viene voglia di avere lo Ius Veneti, ovvero solo la cittadinanza veneta e non più quella italiana".
Insomma, autonomia, immigrazione e premierato sono i tre punti cardini del programma di governo che stanno però diventando un problema esistenziale per la maggioranza e per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che dovrà decidere fino a quanto poterci puntare e se varrà la pena di portarli avanti, anche a costo di cadere insieme all'Esecutivo. Temi caldi che dovranno per forza essere affrontati a settembre, per la gioia delle opposizioni (e forse anche di qualche osservatore internazionale).
CHI E' ROBERTO MARCATO
Roberto Marcato è esponente della Liga Veneta e fedelissimo del governatore Luca Zaia. Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Veneto, è tra i più duri oppositori del leader Matteo Salvini e del generale Roberto Vannacci, reo di aver occupato il posto di un leghista "doc" nelle liste per le europee.
In qualità di assessore allo sviluppo economico di Luca Zaia, Roberto Marcato è referente per materie importanti come artigianato, commercio, acque minerali e termali, piccole e medie imprese, industria, fiere e mercati, Distretti, Ricerca e Innovazione, Imprenditoria giovanile e femminile, Energia per tutte le filiere, Tutela consumatore, Sviluppo banda larga, Riconversione polo industriale di Marghera, Legge speciale per Venezia.
A seguito del risultato scottante della Lega alle elezioni politiche del 2022, Marcato ha parlato apertamente della necessità di un cambio di passo nella Lega. “Serve un bagno di umiltà dopo il risultato, o ci scaveremo la fossa – ha commentato – in quanto siamo stati doppiati da Fratelli d’Italia e beffati dal Pd. Due anni fa, un veneto su due aveva votato per noi. Effetto Zaia, ma non solo: io sono stato il candidato che ha ottenuto più preferenze in regione, pur figurando in lista Carroccio e non in quella del presidente. Com’è possibile aver dilapidato un patrimonio elettorale del genere? Senza i congressi, senza i luoghi della discussione, questo partito muore”.
canton
Nessun commento:
Posta un commento