C’è un aspetto, dai risvolti squisitamente politici, nell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma: la contestazione del reato di abuso d’ufficio (oltre alla violazione del segreto d’ufficio, quasi confessato in diretta da Natoli), appena abrogato dal Parlamento ma non ancora cancellato dalla promulgazione della riforma, rappresenta una sorta di ennesimo avviso al legislatore: con l’abolizione di quella norma sarà impossibile perseguire comportamenti come quello di un componente della Sezione disciplinare del Csm che convoca un giudice incolpato davanti alla stessa Sezione per discutere insieme gli addebiti e la linea di difesa.
Da par suo, Giovanni Bianconi, a mio avviso il 'mastro' dei cronisti di giudiziaria, ci spiega la coda velenosa dell'ultimo scandalo al CSM. Un messaggio nella bottiglia da piazzale Clodio al Quirinale: la pressione giudiziaria sulla Natoli affinché si dimetta fa piacere al presidente Mattarella, rimasto ovviamente basito dalla totale mancanza di senso del decoro istituzionale della consigliera laica in quota La Russa. E quindi i magistrati inquirenti ricordano al capo dello Stato, che deve ancora firmare la legge che cancella il reato, l'inopportunità di disarmarli, a prescindere dai risibili esiti processuali per gli abusi di ufficio. Perché, tra abuso e violazione del segreto, si gioca una sottile partita tecnico-giuridica e cioè la determinazione del foro competente:
Natoli è stata convocata per oggi nell’ufficio del procuratore di Roma Francesco Lo Voi, ma a meno di sorprese […] non si presenterà . I pm le volevano contestare il contenuto del colloquio del 3 novembre scorso con la magistrata sotto procedimento disciplinare Maria Fascetto Sivillo (nella foto), registrato da quest’ultima. L’incontro dovrebbe essere avvenuto a Paternò, e dunque la competenza sulla violazione di segreto sarebbe della Procura di Catania, ma è una circostanza da accertare formalmente; in ogni caso, finché c’è l’abuso d’ufficio (reato più grave e eventualmente commesso a Roma), tocca ai pm della capitale occuparsene.
Ad ogni modo, con le indagini aperte, si sono create le condizioni perché il plenum del Csm si pronunci per la sospensione della carica. Poiché si riunirà a settembre c'è tempo sufficiente affinché gli sponsor politici della improvvida consigliera si persuadano che è meglio farla dimettere che arrivare a un voto che spacchi il centrodestra e l'intero CSM.
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