Estratto dell'articolo di Federico Capurso per "la Stampa"
Negli ultimi dieci anni, sul pratone di Pontida, si è sempre cantato: «Un Capitano, c'è solo un Capitano», a ripetizione. E il Capitano, Matteo Salvini, rivolgeva un sorriso alle truppe. Ma i tempi cambiano. Adesso, al primo giorno di raduno, dedicato ai Giovani della Lega, il coro che si alza con più insistenza è quello per Roberto Vannacci: «C'è solo un generale», urlano i ragazzi con il fazzoletto verde al collo e le magliette dedicate a Charlie Kirk. Al loro fianco, ancora più forte, gridano i membri dell'associazione "Mondo al contrario" arrivati a Pontida «solo per Vannacci, non per altro», come tengono a sottolineare. Due mondi diversi che si annusano, si osservano da vicino per la prima volta. Ma che non sembrano ancora volersi scontrare. Salvini per primo allarga le braccia: «Sono tutti benvenuti».
Chi vive con fastidio l'ascesa del generale si tiene in disparte, non si fa vedere. Due lombardi di peso come il capogruppo Massimiliano Romeo e il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e il governatore Attilio Fontana, tra i più critici, preferiscono esserci solo oggi, per la giornata clou di Pontida.
Anche Luca Zaia è assente, mentre Massimiliano Fedriga si tiene prudentemente lontano dal pratone, tra gli stand della delegazione del suo Friuli Venezia Giulia e su Vannacci glissa: «Ognuno è libero di dire quel che vuole, poi si può condividere o meno».
A dare il benvenuto al generale ci pensa Luca Toccalini, il segretario dei Giovani leghisti, anche lui lombardo: «Esponenti della prima Lega, come Borghezio o Gentilini, non erano più moderati di Vannacci», dice. A Toccalini non piacciono i muri alzati nei confronti del nuovo arrivato da parte dei suoi colleghi. I suoi baby leghisti sembrano andare anche oltre: «Vannacci è un moderato, noi no, noi no», gridano in coro.
Lo dimostrano con i cori contro l'islam, contro i giornalisti e i clandestini, chiedono la «remigrazione». Da una parte accusano la sinistra di usare parole d'odio e indossano le magliette Charlie Kirk, dall'altra cantano: «Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta» . Poi urlano un «vaffa» collettivo al leader di Azione, Carlo Calenda. Un altro «vaffa», come quello che l'anno scorso avevano rivolto all'alleato Antonio Tajani.
Anche stavolta, a ben guardare, il messaggio è destinato agli alleati azzurri, colpevoli di aver accolto il segretario di Azione pochi giorni fa alla festa dei giovani di FI e di avergli dedicato un forte applauso quando attaccava il Carroccio. I ragazzi leghisti ce l'hanno, per essere più precisi, con «quei quattro sfigati incamiciati in spiaggia che hanno voluto applaudire quello che diceva Calenda». Insomma, «devono decidere se stare con noi o contro di noi».
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Ma questa è soprattutto la giornata di Vannacci. La sua prima Pontida da vicesegretario del partito. Sotto il tendone si mescolano bandiere della Lega e quelle del Mondo al contrario. Lui stesso non cerca contrapposizioni. Anzi, le evita. «Matteo è il nostro leader incontrastato». Salvini però è costretto a lasciare campo libero al generale per gran parte della giornata. Viene ricoverato al pronto soccorso dell'ospedale di Chiari nel pomeriggio per sospetti calcoli renali e farà capolino a Pontida solo in serata. [...]
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Vannacci intanto va a briglia sciolta. Cavalca l'onda della destra per Charlie Kirk, che verrà ricordato all'Albero della vita insieme agli altri militanti della Lega scomparsi nell'ultimo anno. «Noi dobbiamo essere i suoi eredi», dice dal palco. I suoi fedelissimi tirano fuori le bandiere del Mondo al contrario. C'è quasi tutto il direttivo dell'associazione, che da mesi si muove come un partito nel partito, inizia a strutturarsi. [...]
Castelli deluso: la Lega ormai è un partito nazionalista
Federica Venni per la Repubblica - Estratti
«Io credo che Roberto Vannacci diventerà una presenza politica sempre più ingombrante nel partito». La profezia è di oltre un anno fa e a emetterla è stato Roberto Castelli. L’ex ministro del Carroccio ed ex leghista della prima ora, fuoriuscito in gran polemica per fondare il Partito Popolare del Nord, ci ha decisamente preso. Suo malgrado.
Avrebbe mai immaginato di vederlo sul pratone in qualità di vicesegretario?
«Il vento tirava verso destra. E ora le Lega di Vannacci e di Salvini si è decisamente spostata in quella direzione. Questo è diventata, un partito nazionalista».
Vannacci ha detto ai giovani salviniani “dobbiamo essere eredi di Charlie Kirk”. Condivide?
«Beh, dopo aver completamente abbandonato la questione settentrionale ormai la Lega è solo quella roba lì, un partito che sta su posizioni di destra come quelle di Kirk. Io non sono d’accordo su tutto quello che diceva il ragazzo, ma su diverse cose sì. Sono un uomo di destra, un conservatore che odia la cultura woke, ma ho sempre pensato che la Lega dovesse essere anche altro. E quell’altro non esiste più, purtroppo».
Che Pontida è quella che accoglie il generale tra gli applausi?
«Ãˆ una Pontida snaturata. A Vannacci non frega niente della questione settentrionale, mi sembra un fatto sotto gli occhi di tutti. Così come dal Papeete in avanti non frega più nemmeno a Matteo Salvini. Stiamo parlando di un percorso in atto da anni ormai. Faccio un esempio: Pontida è a pochi metri dall’Adda e fra poco ben due ponti che attraversano il fiume saranno chiusi. Ma loro fanno il ponte sullo stretto di Messina. Guardi, non ha più alcun senso fare questo raduno».
Perché?
«Ãˆ un inganno nei confronti dei leghisti ancora in buona fede. È un simulacro. Un evento del genere dovrebbe svolgersi a Grottaferrata, o in un’altra località del centro Italia. Almeno del centro Italia, se non del sud».
Non esagera?
«Non esagero. Il revanscismo centralista della Lega di Salvini e Vannacci è tutto lì da vedere. Vuole un altro esempio? Noi vecchi leghisti abbiamo sempre cercato di portare avanti l’autonomia secondo la Carta mentre oggi la Lega vota Roma Capitale in Costituzione. Ma di cosa stiamo parlando?».
(...) Ha mai parlato con Vannacci?
«No, non lo conosco, non abbiamo mai parlato».
E ha mai parlato di Vannacci con Umberto Bossi?
«Per carità , Bossi non lo vedo da molto tempo, ci sentiamo ogni tanto ma quando ci incontriamo per fortuna si parla d’altro».
FONTE: Dagospia
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