L'elogio al premier Giorgia Meloni è di quelli che non ti aspetti. Arriva, niente popo' di meno che da quel professor Mario Monti che tenero con i suoi successori a Palazzo Chigi non è mai stato, specie con quelli di destra e di centrodestra. E invece tant'è.
Ospite a PiazzaAsiago, un evento pubblico condotto da David Parenzo e Alessandro De Angelis, il Professore ha ammesso, nel suo intervento, che "la Premier Meloni viene apprezzata in Italia e all'estero perché è brava", spiazzando il pubblico in piazza, i conduttori e gli ospiti sul palco che si aspettavano la solita bocciatura al governo. Tanto più che si parlava di Europa, con i soliti attacchi alle destre che starebbero minando le democrazie occidentali.
E invece, come riporta il Corriere della Sera, l'apprezzamento del senatore a vita, verso il Premier, non lascia dubbi a interpretazioni: "Meloni è secondo me visibilmente brava, inattesamente brava (...)". "Credo che la Meloni abbia perfettamente capito che per chiunque governi l’Italia se si va troppo fuori dalle linee tracciate dall’Europa sul bilancio il governo cade in due settimane".
Il pubblico però è quello dell'evento dal titolo «L’Europa s’è destra? Come i sovranismi stanno spazzando via la democrazia in Europa» e allora l'ex Premier (visto il tema della serata) si lancia anche in giudizi non positivi verso SuperGiorgia e il suo esecutivo, andando a disquisire sul termine 'patriota': "Dovremmo reagire quando Giorgia Meloni durante le elezioni spagnole o subito prima dice sono arrivati i patrioti. Non bisogna passivamente ammettere l’uso della parola patrioti in questo caso, perché i patrioti non erano nazionalisti che si battevano per i singoli pezzi della futura Italia ma erano persone che si battevano fino alla morte per un’Italia che ancora non c’era". Anche sulla politica fiscale il senatore ha dovuto fare il professore e dare qualche bacchettata nel finale: "Tutto quello che viene detto e praticato sul fisco è una diseducazione folle".
Secondo Affaritaliani.it, dietro l'endorsement inaspettato di Mario Monti ci potrebbe essere un'iniziativa personale per avere o chiedere "qualcosa" o, peggio ancora, lo zampino della Von der Leyen e di Bruxelles per fare pressione su PNRR e Mes o per avvertire l'Italia e il primo ministro che la UE sull'economia non scherza.
Vedermo, con il tempo forse riusciremo a decifrare questo ritorno sulla scena politica del professor Monti. Di certo le prossime nomine italiane nella Commissione europea fanno gola a molti e non è escluso che anche SuperMario possa ambire una nomina a Commissario Ue. Magari ricordandosi quella ottenuta col governo Berlusconi, che poi ha sostituito.
canton
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